Caffè: Un lungo pomeriggio in villa

Volume and background in TerraVista Smooth Caffè by Matteo Brioni

Forse era il 2018. O il 2019. Di sicuro era maggio: se in Giappone vai a maggio, non te lo scordi. Non c'ero mai stato e non conoscevo nessuno, ma conoscevo bene la profonda cultura della terra cruda nell'edilizia giapponese: un materiale dalla lunga tradizione, per loro, e di cui hanno grande dimestichezza e abilità d’uso. In Italia, l'immagine comune del posatore è in genere quella di un ragazzo di vita: un manovale con le mani sporche di calce, che spesso parla un'altra lingua e troppo spesso occupa gli ultimi gradini nella scala sociale.

Architettura tradizionale e giardini a Kyoto
Architettura tradizionale e giardini a Kyoto

Di fronte al maestro Matsuki – al Politecnico di Milano, dove mi ero recato per assistere a un suo workshop –, non potevo perciò credere ai miei occhi. Vestito in maniera impeccabile, con abiti stampati che sembravano appena usciti dagli scaffali di Muji, aveva disposto in ordine millimetrico sul tavolo di fronte a sé un set di almeno 50 spatole, perfettamente linde e affilate, che si apprestava a muovere con la stessa precisione di un samurai con le sue spade. Come da tradizione, le spatole avevano una lama in ferro a più strati e un’impugnatura a ferro da stiro: la più economica sarà costata non meno di 50 euro; alcune erano addirittura da cerimonia, veri pezzi da collezione.

Villa Imperiale di Katsura, Kyoto
Villa Imperiale di Katsura, Kyoto

Tempo dopo, Maria Laura mi avrebbe raccontato della villa imperiale di Katsura a Kyoto e delle sue particolari pareti in argilla, in un morbido color ocra tendente al caffè. All'alba del secolo scorso, un maestro dell'architettura moderna come Bruno Taut aveva raccontato la sua visita a quella costruzione leggera in legno, con le pareti scorrevoli, descrivendola come un modello di riferimento per il Movimento Moderno. E era proprio lì che mi stavo dirigendo, comodamente seduto sul seggiolino dello Shinkansen, il treno superveloce che collega Tokyo con “la città dei mille templi”. La lentezza calibrata e l'accortezza dei viaggiatori mi affascinavano. I sedili dello Shinkansen, orientati tutti nella stessa direzione, erano distanziati tra loro di almeno 50 cm (anche io, che sono alto quasi un metro e novanta, ci stavo molto comodo); se poi qualcuno aveva intenzione di reclinarli all'indietro, si voltava a chiedere prima il permesso al vicino, con il tradizionale piccolo inchino. Sorprendentemente, era anche vietato telefonare, per cui tutto il viaggio fu in grande silenzio.

Mura del palazzo imperiale di Tokyo
Mura del palazzo imperiale di Tokyo

Giunto di fronte alla villa imperiale mi paralizzai all'istante: intanto perché i suoi muri in argilla e legno dalle forme essenziali trasmettevano un fascino incredibile; e in seconda ragione perché mi resi subito conto che era chiusa ai visitatori, a meno di averne prenotato la visita in precedenza. Da una rapida occhiata su internet avrei anche scoperto che quel giorno erano chiusi tutti i principali monumenti della città. Quindi ero arrivato a Kyoto dopo due ore di treno superveloce e dovevo farne altre due per tornare, nell’unico giorno libero sul mio calendario, programmato la gita, per poi trovare tutto chiuso. Quella circostanza, in fondo un po' comica, avrebbe però rivelato un inaspettato aspetto positivo, che mi sarebbe via via apparso tra le mura e i cortili dei tantissimi edifici storici minori della città (sempre visitabili), rivelandosi nella ricchezza delle trame e delle sfumature di pareti e pavimenti lavorati a texture incredibili. In Giappone le superfici di terra cruda hanno per lo più quella stessa tipica tonalità ocra: il colore naturale dell’argilla originaria della zona di Osaka, praticamente l'unica utilizzata in tutto il Paese.

Antichi edifici nelle vie di Kyoto
Antichi edifici nelle vie di Kyoto

Negli edifici storici giapponesi, soprattutto nei padiglioni del tè, la terra cruda è impiegata nei tamponamenti delle strutture di bambù o legno, abbinata alla carta di riso per le finestre o le porte e le paratie scorrevoli. I toni della terra sono morbidi e caldi, mentre la trama essenziale di finitura deriva da una radicata concezione estetica, detta Wabi-sabi, che ricerca negli oggetti uno stato incompleto e apparentemente imperfetto che rinvia alla visione zen di impermanenza e transitorietà. Una condizione descritta, tra gli altri, da Leonard Koren in Wabi-sabi per artisti, designer, poeti e filosofi; mentre Eugen Herrigel nel suo Lo zen e il tiro con l'arco ne sintetizza l'essenza come “riduzione all’essenziale ma senza eliminare la poesia”. Una frase che mi sono annotato tra gli appunti, e che avrebbe ispirato anche la nostra collezione di finiture per interni TerraWabi, basata su argille e calce naturali e colori privi di pigmento, stonalizzati e profondi, tipici anche degli intonaci antichi.

Parete in legno rivestita in terra cruda, Kyoto
Parete in legno rivestita in terra cruda, Kyoto
Stratigrafia dei prodotti Matteo Brioni nel colore Caffè, design Studio Irvine
Stratigrafia dei prodotti Matteo Brioni nel colore Caffè, design Studio Irvine

Nella piazza davanti alla villa imperiale c’era un posto che vendeva incensi e legnetti, su cui era possibile realizzare una incisione votiva a scelta. Ne presi uno per tenerlo, facendoci incidere la parola “shoshin”, che in giapponese che significa “mente da principiante”. Nel buddismo zen lo shoshin è uno specifico atteggiamento di apertura, passione e assenza di preconcetti nell'affrontare una materia o una disciplina, anche quando la si studia a un livello esperto e avanzato: come farebbe un principiante sempre pieno di slancio. Shunryu Suzuki-Roshi, il primo monaco buddista ad aver operato fuori dall'Asia, nel 1970 gli dedica il sua prima raccolta di riflessioni: Zen Mind, Beginner's Mind (tradotto nella versione italiana: Mente Zen, mente di principiante)La curiosità, la capacità di sapersi stupire continuamente, è una cosa che tento di perseguire sempre e penso che mi contraddistingua in tutto quello che faccio. Credo che meravigliarsi e imparare continuamente qualcosa di nuovo da ogni cosa sia un'attitudine fondamentale per lavorare. E anche per divertirsi (perfino davanti a un muro, dall'altra parte del mondo).

Vita quotidiana a Shibuya, Tokyo
Vita quotidiana a Shibuya, Tokyo
Vita quotidiana a Shinjuku, Tokyo
Vita quotidiana a Shinjuku, Tokyo

Vuoi saperne di più?

Contattaci

Contattaci