Pepe Nero: un caffè in piazza a Catania

Questa storia inizia a un tavolino del Razmataz di Catania, tra un caffè, un Gin tonic (uno dei tanti insieme a Lorenzo e Giuseppe), e uno sguardo ai muri della città. Forse è una deformazione professionale, come quella dei sarti con i tessuti, ma spesso mi accosto ai muri per guardarli da vicino, toccarli e perfino annusarli, come fossero spezie (gli amici mi prendono in giro perché nei negozi mi incanto a guardare i muri, invece che la merce esposta).
I muri del centro storico di Catania, ai quali scattavo decine di foto, avevano gli intonaci neri. Un nero antracite ipnotico, caldo, pastoso, ricco di sfumature che si rivelavano specialmente attraverso le rotture e gli scrostamenti, che inseguivo col telefono come si trattasse di farfalle rare, da immortalare prima che scappassero.

Osservando quei dettagli consumati dal tempo si notava che i muri dei Palazzi del centro storico non erano tinteggiati: l'intonaco era invece colorato a tutta massa, nero in superficie e via via più rossiccio in profondità. Quella speciale tonalità era dovuta alla sabbia con cui storicamente vengono realizzati gli intonaci nel catanese. Fin dai tempi degli antichi romani, in questa zona della Sicilia la malta non è a base di pozzolana, cocciopesto e grassello di calce, ma di una particolare calce di origine vulcanica, l'azolo, proveniente dalla macinazione delle rocce laviche dell'Etna.



Decidemmo quindi di organizzare subito un viaggio di esplorazione in macchina nei territori dell'azolo, attorno alle pendici del vulcano. L'itinerario attraversava luoghi incredibili, come la terrazza di Zafferana e il suo deserto di polvere lavica, per concludersi davanti ai faraglioni di Aci Trezza, da cui si dice che Polifemo scagliò contro Ulisse giganteschi massi lavici, poi trasformatisi nelle Isole Ciclopi.

A ogni nuova cava, scendendo dalla macchina (io alto e tutto vestito di nero), ci trovavamo immancabilmente di fronte a una fila di facce impietrite dal tempo e dallo stupore, che ci guardavano come fossimo stati extraterrestri appena sbarcati da un altro mondo. Tutto attorno, paesaggi di pietra nera a spigoli vivi, seducente e leggera come il carbone dolce che regala la Befana, ma molto più tagliente.


Macinando i campioni di roccia provenienti da diverse cave, si possono distinguere numerose varianti di azolo, tendenti più al nero/grigio antracite, oppure al rosso/arancione. Nel primo caso si tratta di materiale derivato dalla lava solidificata, o direttamente dai lapilli fuoriusciti dal cratere. L'azolo più rosso è ricavato invece dalla colata lavica che si è raffreddata scorrendo sul terreno agricolo, determinandone una mutazione.

Campionando diversi inerti, delle zone di Lanzarote o di Vulcano, e miscelandoli con una speciale argilla nera proveniente dall'area di Cagliari è nato Pepe Nero: un colore che è nello stesso tempo materia e che permette di ripensare l'intonaco come una “superficie/massa”, ben diversa sotto ogni aspetto – visivo, tattile, olfattivo – dalle superfici bidimensionali degli intonaci dipinti (magari di bianco), tipici dell'architettura moderna.





Provenienti da cave autorizzate – specialmente da resti di frantumazioni in edilizia, in un processo in totale equilibrio con l'ambiente – le sabbie di azolo vengono tagliate con argille che infondono a Pepe Nero differenti grane, texture e sfumature di tono. Il risultato è una varietà di intonaci capaci di trasmettere un calore e una profondità speciali, confortevoli e domestici, che si proiettano attraverso il tempo.

Dalla sua prima fornitura, nel 2015, il Pepe Nero ha girato il mondo e attraversato le forme e le storie degli spazi e delle persone che li vivono. La sua scoperta può essere raccontata come quella di un falegname che, per per caso, scovi nella venatura di un albero un legno sconosciuto, da poter lavorare come il noce o il pioppo. Il nero dell'azolo riveste interamente anche l'interno del mio studio a Gonzaga: se alzo lo sguardo a volte sono seduto al Razmataz, col telefono in mano e un colore negli occhi. E un nuovo viaggio nella mente.
